… Sperando di tutto cuore che la situazione non peggiori troppo …
L’UMORE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
Racconto
I negozi di alimentari di ogni ordine e grado erano stati presi d’assalto. Solo i bazar orientali parevano disporre ancora di qualche scorta disponibile.
Mantovani Nantas lo sapeva bene. Lo aveva letto e riletto sui giornali, sentito e risentito alla televisione e alla radio. Ugualmente, al quarto giorno decise di provare la spedizione. Il problema era che aveva finito la sua crema alla nocciola. Non c’è nulla di più triste di un vasetto di crema alla nocciola vuoto, pensava. Indossò il cappotto che, nonostante il colore del ferro, non intaccava la sua aria giovanile, e si diresse al minimarket del quartiere. Senza fiducia, con un filo sottile di speranza, ch’è sempre l’ultima a morire.
La desolazione che lo accolse tradusse in immagini tutte le parole lette e rilette, sentite e risentite negli ultimi tempi. Scansie e scaffali risultavano spaventosamente vuoti. La sensazione di trovarsi in un ambiente arido e asettico veniva rafforzata dalla presenza di tante mascherine che vagavano inquiete per le corsie. Sembrava di stare in una sala operatoria dove dottori e infermieri giravano in cerca di un paziente riottoso.
A dare un tocco di colore restavano solo i poster pubblicitari appesi alle colonne e alle porte scorrevoli, e un mazzo di fiori finti e impolverati dimenticato in un angolo del reparto casalinghi. Chissà cosa lo spinse, chissà per quale recondita ragione Nantas avvertì l’esigenza di annusare quei fiori. Un po’ del pulviscolo sospeso sui petali di plastica gli risalì le narici. Prese così inizio una lotta spasmodica per non starnutire. Allo stremo delle forze, Nantas aggrottò la fronte, contorse bocca e naso, strabuzzò gli occhi, riuscendo a fatica a silenziare il primo etcì. Ma accodato al primo c’era già un secondo starnuto. Deflagrò con il boato della bottiglia di spumante agitata prima dell’uso. Infine seguì il terzo, proverbiale starnuto, ancora più sonoro. Il vuoto generale produsse un terribile effetto eco.
Dieci teste si girarono di scatto, venti occhi da ipertiroidei razzarono all’intorno in preda al panico. Una signora, dipendente comunale, memore di tante esercitazioni antisisma, trovò immediato rifugio sotto un tavolino di prodotti etnici in offerta speciale. Al contempo la cassiera, tabagista impenitente, cominciò a traballare sulla sua sedia mobile, mentre un uomo di mezza età indicava nella direzione del frastuono come il comandante indica la vittima al plotone d’esecuzione. Un cliente, che stava entrando in quel momento nel negozio, scappò a gambe levate gridando all’attentato!
Nantas Mantovani si sentì totalmente fuori posto come un imboscato alla festa per scroccare l’aperitivo o abbordare ragazze sconosciute. Era un uovo di cioccolata sulla tavola di Natale. Non aprì bocca, non tentò alcun gesto di rappacificazione. Rinunciando alla crema di nocciole, sempre che ci fosse stata, imboccò l’uscita senza acquisti.
Gli altri rimasero immobili. Lo osservarono di spalle, mentre procedeva mestamente in contro alla luce del giorno. Pareva la scena finale di un film. O di un racconto.
PER VOI E PER GLI ALTRI, RESTATE A CASA IL PIU’ POSSIBILE.
Giocate, fate sport, guardate la tv, chiacchierate al telefono o con chi sta con voi, leggete. Anche su questo stesso sito, oltre ad alcuni racconti, trovate sulla sinistra l’ebook gratuito del mio primo romanzo, ‘Come scrivere un libro e salvarsi la vita’. Io resto a casa.